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Chi è Tommaso?


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Le illustrazioni



 
 

 

 

 


Il Cantico di Tommaso

di A. Rita Mazzocco

 

 

Sono disponibili anche biglietti e segnalibri de Il Cantico di Tommaso.

Fino ad esaurimento sono disponibili anche le copie d'autore numerate e autografate delle illustrazioni della monaca agostiniana Maria Teresa Majeras.


 
     
per informazioni:
progetto@monasteronellacitta.it

 


 
 

Le illustrazioni


 

Queste illustrazioni portano tutte il segno di Cristo!». Così la dottoressa Maria Pecugi Fop delinea con acume la chiave di lettura delle cinque tavole che narrano – attraverso linee forme colori – la storia di Tommaso, personaggio nato dalla penna di
Anna Rita Mazzocco e dal pennello della monaca agostiniana Maria Teresa Majeras.

L’immagine stilizzata del pesce era il segno di riconoscimento dei primi cristiani e la parola greca ichthýs (pesce) divenne acronimo del nome di Cristo. Da questa linea stilizzata e dal suo significato nasce Tommaso, presentato nella prima tavola come un viaggiatore che a bordo della sua imbarcazione solca le acque di un piccolo pianeta, immerso nel buio della notte.

Desiderare è il verbo che pone in un dinamismo di ricerca tutto l’essere di Tommaso, infatti letteralmente significa “anelare verso la stella”. Lo sguardo diTommaso ci rivela che è proprio quella stella la sua meta e il sogno di raggiungerla lo spinge ad intraprendere quell’avventuroso viaggio. Perché Tommaso la rincorre con tanto ardore, dove lo vuole portare?

È la seconda tavola a risponderci, svelando come in un flash-back la genesi del nostro Tommaso. In un Aldilà senza tempo egli è nato da Dio, fonte della vita. L’unione primigenia del Creatore con la creatura assume le linee di una stella, e nel cuore di ogni Tommaso alberga, consapevolmente o no, il desiderio di ritornare in quell’unione.

Nella terza tavola il viaggio di Tommaso continua. Ora sul nostro pianetino una luce dirada il buio della notte e le acque del mare ritirandosi divengono fiume, aprendo al nostro sguardo un nuovo paesaggio.

Lungo il fiume, su una riva e sull’altra, si trovano ogni sorta di alberi (Ez 47,12; cfr. Ap 22,2).

S’indovina il suono delle campane. I pesciolini, che accompagnano Tommaso avendo nello sguardo la stessa stella desiderata, rispondono a quel richiamo senza indugio. Il dubbioso Tommaso invece, trainata la sua imbarcazione a terra, spia da dietro un albero il luogo misterioso sopra il quale si è fermata la stella (cfr. Mt 2,9).

Tommaso finalmente pone fine alla sua ricerca trovando la casa di Dio, il Monastero, luogo privilegiato per rientrare in se stesso, comprendere la verità profonda del proprio essere e riunirsi a Colui che lo ha creato. Ed è preghiera.

Come un tempo sant’Agostino, ora anche lui può esclamare: Il mio desiderio è la mia preghiera! (quarta tavola).

Quasi come un colpo di scena finale, la quinta ed ultima tavola svela l’identità degli strani abitanti del Monastero: quei pesciolini tinti di rosso, il colore dell’amore.

La pittrice, monaca, sceglie di rappresentare così il suo mondo: attraverso la vita interiore e la preghiera, le monache sono chiamate ad essere madri del desiderio, portando in sé e condividendo il viaggio di ogni Tommaso per ricongiungersi a Dio.

Le cinque illustrazioni narrano lo svolgimento e il compimento della storia dell’Uomo. Individuando le verità più profonde del cuore, vogliono renderci nuovamente una generazione di sognatori che s’impegnano con tutto se stessi a raggiungere la propria stella.

Non da ultimo, ci avvicinano in modo nuovo a quella realtà misteriosa e apparentemente lontana che è la vita monastica.
 

 

Prof. Francesca Carta

pittrice

 

 

 

 


Vi proponiamo la narrazione visiva del Cantico di Tommaso

con le cinque tavole che corredano il volume.

A fianco sono riportati stralci di una lettura curata

dalla critica d'arte Madre Gloria Riva

delle Monache dell'Adorazione Eucaristica di Pietrarubbia.


 

 

 

 

 

Tommaso

 


Acrilico su carta 21 x 30 cm, 2013

Urbino, Monastero Santa Caterina d'Alessandria

 

 

Il viaggio
 

Tutto è blu, come il Mistero, come la notte. Cristo c’è ma non si vede. Cristo è reale, presente, vitale, ma non dichiarato. Cristo è il pesce ichtus.
Il viaggio di Tommaso comincia quando il cuore si apre a Cristo, per questo il suo berretto è a forma di pesce. Ci sono pesci ovunque. Ci sono pesci in mare che segnano la direzione, la stessa direzione che Tommaso ha deciso di seguire. C’è un pesce in primo piano che sembra tergiversare, che ancora ha bisogno di vedere com’è il mondo dall’altra parte, diversa da quella della corrente luminosa che ha invaso il mare. Pesci volteggiano attorno alla luna: sembrano loro le stelle.

Ci accorgiamo, che Tommaso non ha bocca. Ha solo gli occhi. Occhi di stelle, spalancati verso il Mistero che lo attende. Cerca quella luce. Ha abbandonato anche il remo e si lascia trasportare da quegli eventi che ha scoperto più fedeli di lui, più tenaci, nel mostrargli la via della verità che sta cercando.

 

( Madre Gloria Riva, commento all'opera Tommaso)

 

 

 

 


 


 
 
 

Immerso nella Bellezza

 


Acrilico su carta 21 x 30 cm, 2013

Urbino, Monastero Santa Caterina d'Alessandria

 

 

L'origine
 

Un viaggio inizia solo quando si è conosciuta la propria origine. Tommaso ha avuto le sue ribellioni ha tentato le sue fughe, ma ha sempre desiderato tornare là. Là dove è lui, immerso nella bellezza dell’origine. Con la certezza fiera d’essere nato sotto una buona stella: buona perché bella, bella perché vera. La stessa stretta indissolubile cantata da Agostino: la vera carità e cara eternità e eterna carità, ora è qui raffigurata in un nodo fontale, sorgivo, della propria esistenza, percepita come dentro lo spazio siderale, eppure vicina, amica, familiare.

Dio abbraccia la sua creatura, la origina, la crea, la partorisce, quasi dentro la luce di una stella. Siamo polvere di stelle aveva detto un giorno uno scienziato, scrutando il cielo. Tra quell’infinito e la nostra finitudine c’è una grande parentela. Dio, la grande Monade, come dicevano i filosofi, la grande Madre come avrebbe detto Giovanni Paolo I, Dio la sorgente della vita, invadeva tutto lo spazio ma ora si è ritratta per lasciar spazio a te, per originare il prodigio di un’anima. Quella di Tommaso, ma anche quella di ciascuno di noi.

 

( Madre Gloria Riva, commento all'opera Immerso nella Bellezza)

 

 
 

 


 
 
 

Tornare alle sorgenti

 


Acrilico su carta 21 x 30 cm, 2013

Urbino, Monastero Santa Caterina d'Alessandria

 

 

Riconoscere la sorgente

 

Quando si è certi del passato, di un’origine buona che non ci ha abbandonati al caso; quando si è sicuri di un amore che c’era, che c’è stato prima di tutti gli amori che ci hanno originati allora, e solo allora, si è pronti a partire. Il viaggio vero comincia qui. Allorché si lascia la sicurezza del passato, si lascia il buio che ci tormenta, ecco accendersi la luce di una meta. Così il mare diventa fiume e i pesci corrono ordinati verso la corrente che porta inevitabilmente là, dove splende la stella.

 Ognuno, come i Magi, vive la sua ricerca attendendo il sorgere di una stella che indichi il luogo, che cela un volto umano, dove il Mistero si svelerà. Tommaso si nasconde, ha attraccato la barca. Forse dovrebbe fidarsi di più dei segni che lo circondano: le piante sembrano pesci e pesci veri corrono verso quel luogo rosso d’amore, con una stella negli occhi. Loro già vedono quello che Tommaso fatica a riconoscere. C’è però un segno più grande di tutti, questo lo convincerà. La chiesa, il Monastero, ha la forma della Madre.  Quella chiesa è quel grembo sul quale posare il capo.

 

( Madre Gloria Riva, commento all'opera Tornare alle sorgenti)

 

 
 

 


 
 
 

Il desiderio

che ho di Te

 


Acrilico su carta 21 x 30 cm, 2013

Urbino, Monastero Santa Caterina d'Alessandria

 

 

L'abbraccio

 

Quando c’è la resa, allora siamo avvolti. Siamo conquistati, siamo circondati da quel pulsare di vita di calore e di certezza che abbiamo intuito ma che ora si rivela. Come nella seconda tela, suor Teresa ci offre una zoomata dentro il cuore e l’anima di Tommaso, dentro il vortice della sua preghiera. Ora la stella non è più il ricordo di un istante originario, non è più un segno che brilla nel cielo, indicando un luogo. Ora la stella è dentro. E i pesci vitali riempiono l’aria. Ora Cristo è una certezza. «Vi siete riunite in questa casa, diceva il grande Padre Agostino, per essere un cuore solo e un‘anima sola protese verso Dio». Ed ecco il miracolo di una preghiera che, mentre inabissa nell’intimità di una relazione personale con Cristo e con il Mistero, anche dilata e spalanca verso l’abbraccio dei fratelli e delle sorelle.

Ora Tommaso non è più grigio. Ora è una stella di luce, ora è aperto al suo destino più vero.

 

( Madre Gloria Riva, commento all'opera Il desiderio che ho di Te)

 

 
 

 


 
 
 

Ho creduto all'Amore

 


Acrilico su carta 21 x 30 cm, 2013

Urbino, Monastero Santa Caterina d'Alessandria

 

 

La meta è l'Amore
 

Questo connubio d’intimità e carità, di amicizia e solitudine, di abbraccio all’Unico amore diventa quotidiano. Ora si appartiene a Qualcuno e qualunque luogo diventa casa. Ora la stella è nel grembo e il volto le è sempre rivolto. La pace non ci abbandonerà quando ci ha trovati nel suo raggio di azione.

 Ora nel mare della vita i pesci sono piccoli feti pieni di vita e di promessa. Cristo si riflette in loro, in queste vite: sacramento di Bellezza per il mondo.

 

( Madre Gloria Riva, commento all'opera Ho creduto all'Amore)

 

 
 
 

 

     

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