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Le nostre feste


Santa Rita


La festa



 
 

S. Rita

 
 
 

La sua storia

 

22 maggio: festa di S. Rita, una delle sante più amate, oggetto di devozione straordinaria, popolare in Italia e all’estero.

Durante l’anno numerosissimi pellegrini salgono alla cittadina umbra di Cascia per pregare davanti all’urna che conserva il suo corpo incorrotto: quello della Santa dei “casi impossibili”. Sicuramente Dio le ha dato questo dono proprio perché la sua fu una vita “impossibile”, carica di difficoltà e dolori non indifferenti.

A cominciare dalla sua giovinezza, quando si sposò con un uomo affettuoso ma violento che le causò molte preoccupazioni. Ucciso da sicari, Rita non volle mai rivelare i nomi degli assassini alla famiglia del marito, che cercavano vendetta. Per questo subì maltrattamenti, ingiurie e infamie di ogni genere. Fu disprezzata dai parenti e lasciata sola con i due figli, i quali - istigati dai vendicatori - volevano anche loro vendicare il padre. Ma Rita pregò Dio che li distogliesse da tale cattivo proposito e il Signore li prese con sé, forse stroncati dalla peste.

Rita, rimasta sola, si sentì spinta ad entrare nel monastero agostiniano di S. M. Maddalena della città, ma incontrò molte difficoltà: forse perché vedova di un assassinato o più probabilmente per rancori familiari, essendo presenti nella comunità parenti della famiglia di Paolo di Ferdinando Mancini. Ma il Signore le fece superare anche questa prova ed ella poté entrare in monastero dove trascorse quarant’anni della sua esistenza fino alla morte.

La straordinarietà della sua vita fu quella di essere vissuta nell’ordinarietà, nella normalità. “La sua forza vitale era l’amore”, dice di lei la liturgia, “e da questa fu guidata nei vari stati della sua vita”: da sposa, madre, vedova e consacrata.

Il suo amore fu perdono per gli assassini del marito e per coloro che le volevano male; fu pace, presenza discreta e silenziosa, ma non per questo meno incisiva, realizzatrice di riconciliazione fra le persone.

Il suo amore fu compassione, accoglienza, bontà, misericordia verso tutti quelli che si rivolgevano a lei per una parola, un consiglio, un conforto ed oggi per un’intercessione presso il cuore di Dio, secondo la Sua Volontà, per ogni bisogno che ci urge dentro. Affidiamoci sicuri alle sue preghiere.

 

 
 

L' affetto e la devozione

 

Anonimo di Cascia (XVI secolo) a Cascia, chiesa di S. Agostino

 

Se il cammino di beatificazione e canonizzazione di Rita fu lungo e altalenante (beatificazione il 2 ottobre 1627 e canonizzazione il 24 maggio 1900), non lo fu quello della devozione popolare che ebbe inizio da appena deceduta, il 21 maggio 1447. Alla notizia della morte di Rita, narrano le antiche cronache, una folla innumerevole accorse al monastero di S. M. Maddalena e volle vedere il corpo di colei che già consideravano santa; da subito avvennero miracoli e prodigi a favore degli ammalati. Già all’estremo delle forze, nel gennaio di quell’anno, fu visitata da una sua parente che, sfidando il freddo e la neve, si inginocchiò al suo capezzale. Sr. Rita ricordò i tempi passati, il suo borgo, i posti ove era cresciuta e vissuta… Il pensiero corse al marito, ai figli. Avrà il Signore perdonato Paolo prima che venisse ucciso? Chiese a Dio un segno, una conferma: inviò la parente a prendere nell’orto di casa, a Roccaporena, una rosa fiorita e dei fichi maturi. La pia donna pensava che Rita fosse in preda a deliri, essendo in gennaio e con la neve alta. Tuttavia, data la sua insistenza, l’accontentò. E la donna trovò sotto la neve, in un ramo, una rosa sbocciata e alcuni fichi.

Nella biografia di Padre Cavallucci, riprodotta nel primo volume della Documentazione ritiana antica si legge che le monache del monastero usavano nel mese di maggio preparare dei piccoli pani che nel giorno della festa di suor Rita, il 22 del mese, distribuivano ai bisognosi; e “per avere gustato detto pane” molti venivano liberati dalle febbri e da altre infermità.

Ma c’è di più: l’olio della lampada che veniva tenuta costantemente accesa sopra la cassa di Rita, era ritenuto miracoloso, per cui le monache “danno dell'olio di essa lampada a vari per ungere i membri de' corpi addolorati da qualsivoglia dolore, e s’è trovato con verità che quest’olio ha operato grandissimo giovamento a molti”.

Da questi eventi miracolosi della vita di S. Rita la devozione popolare ha valorizzato questi tre elementi - rose, pane e olio - che, benedetti in onore della santa di Cascia e rifacendosi alle sue virtù, se consumati con devozione e amore possono aiutare i devoti.

Per questo la nostra comunità agostiniana ha ripristinato, da un po’ di anni a questa parte, la devozione “del pane benedetto” e dell’olio, oltre a quello già tradizionale delle rose, pensando soprattutto al pane del perdono che Rita seppe spezzare e distribuire nei cuori delle persone che avvicinò e con cui visse.

 

 

 

 
 
   
 

 

     
 

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